Le differenti condizioni pedoclimatiche influenzano qualsiasi coltura, lo sappiamo, ma le differenti caratteristiche dei singoli appezzamenti, anche nel medesimo territorio, sono una variabile che in Italia non è mai stata molto considerata in relazione alla produzione dei sigari. All’attenzione che poniamo a quest’aspetto coniughiamo una conoscenza agronomica approfondita di tutte le linee varietali del Kentucky e uno studio scientifico dell’interazione di ogni specifica varietà con ogni specifico terreno. Questa sinergia permette di ottenere grandi risultati sui manufatti finali, anche grazie a tecniche colturali specifiche.
Questo approccio così strutturato, che ci permette di progettare ogni singolo sigaro già a partire seme e dall’appezzamento sul quale andremo a impiantarlo, è una novità assoluta perché nel nostro paese c’era sempre stata una separazione netta tra fase agricola e fase manifatturiera.
In passato, infatti, non venivano prese in considerazione né le linee varietali né i terreni di provenienza, ma solo la zona geografica di produzione: fino a non molto tempo fa operava una rete nazionale di agenzie territoriali dell’ex Monopolio che acquisiva il tabacco direttamente dai coltivatori e lo smistava alle manifatture, dopo averlo classificato nei diversi gradi in base a determinate caratteristiche (ad es. corona fogliare, integrità, colore, elasticità, sviluppo ecc.).
Queste agenzie agivano da trait d’union tra fase agricola e fase manifatturiera le quali restavano però nettamente separate: le manifatture, così, ricevevano il tabacco cernito e condizionato dalle agenzie, lo verificavano e assemblavano il sigaro secondo una serie di parametri e alla provenienza regionale, ma nessun’altra informazione era ritenuta d’interesse.
La Compagnia Toscana Sigari ha deciso di superare questo vecchio approccio e di chiudere la filiera sul territorio: questo è stato possibile anche grazie alla flessibilità di un’azienda come la nostra, slegata dalla logica della produzione di scala. I primi sigari che abbiamo messo in commercio, i Mastro Tornabuoni , sono stati una novità assoluta non solo per la costruzione long filler con le foglie strippate a mano, ma anche perché sono dei puros, cioè sono composti di Kentucky proveniente da un unico territorio, la nostra Valtiberina. La sfida successiva era progettare e realizzare sigari Grand Cru composti unicamente di Kentucky di una specifica linea varietale, coltivata su un singolo appezzamento di terreno e solo su quello. Il Tornabuoni Cospaia , il Tornabuoni Lustro e l’ Orciolo sono il risultato dei nostri sforzi in questa direzione, ma non ci siamo fermati qui. L’ultimo nato, il Tornabuoni Borbonico, è anche il nostro primo Grand Cuvée, così definito perché il blend è composto da tabacchi provenienti da due diversi areali, selezionati col medesimo criterio impiegato per il Grand Cru. Molto resta ancora da esplorare…