Sul blending

di Gabriele Zippilli

La progettazione di un sigaro per me parte dal campo e, dunque, l’idea di assemblare un materiale acquistato o ricevuto da terzi non mi soddisfa a pieno fatta eccezzione tabacchi dalle caratteristiche uniche o provenienti da territori particolari. Ho raccontato di come curiamo ogni aspetto, dalla selezione delle linee varietali alla fermentazione, passando per la scelta dei terreni e la cura a fuoco.

Siamo animati dalla passione per il tabacco e per il territorio ove tutto è iniziato: la Valtiberina toscana.  

Nel passato, il tabacco veniva raccolto e gestito dalle agenzie che lo distribuivano alle manifatture: il termine “blending” era dunque inteso come “assemblaggio” di tabacchi di provenienze regionali diverse. Questa lettura del termine, tutta italiana, è completamente errata in quanto cattura solo una piccola parte del lavoro necessario per creare le ricette dei sigari. D’altra parte, basta pensare che molti dei sigari caraibici più qualitativi sono costituiti di tabacco monorigine e, naturalmente, la fase di blending è centrale nella costruzione delle ricette, anzi coincide con quest’ultima.

Noi abbiamo assunto un approccio del tutto nuovo per l’ Italia e che tiene conto delle tipicità di ciascuna linea varietale e delle caratteristiche  del singolo appezzamento: a partire dalla conoscenza che ho maturato riguardo alle singole linee varietali e dal modo in cui rendono, se coltivate su un determinato terreno piuttosto che su un altro, decido come adoperarle per ottenere la ricetta di un determinato sigaro, tenendo anche conto dei gradi e di tutte le altre caratteristiche del tabacco greggio.

In fase di progettazione parto da un’idea, valuto quali varietà usare e quali processi adottare e poi procedo con la creazione di un prototipo. 
Per la realizzazione dobbiamo naturalmente controllare il tabacco, la tessitura e le caratteristiche di ogni singola foglia, ma possiamo avvalerci anche di analisi che restituiscono indici ad esempio della nicotina e zuccheri presenti. 
Segue un controllo di qualità cui teniamo molto: controlliamo i risultati con analisi di laboratorio per i residui,  e valutiamo la combustibilità delle singole partite, e da ultimo, ma non per importanza, testiamo fisicamente la foglia in fumata per poi iniziare a organizzare le partite per i vari sigari.

La fase finale di realizzazione è il punto di arrivo di un lungo processo che comincia in campo e del quale abbiamo il controllo in ogni singola fase, fino alla stagionatura e all’inscatolamento. Un lungo cammino che abbiamo studiato minuziosamente per ottenere i sigari che piacciono in primo luogo a noi.

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