Come nasce un Tornabuoni

La vita dei sigari Tornabuoni ricomincia ogni anno a febbraio, quando, con gran cura, mettiamo a dimora i piccoli semi di tabacco, di antiche e nuove varietà selezionate, nel nostri semenzai.
Alle piantine occorrono circa due mesi di attenzioni per raggiungere lo stadio di crescita adeguato al trapianto in terra: una volta nei campi, cominciano cure colturali e irrigazioni, necessarie per ottenere piante robuste e rigogliose.
Quando sulle piante ormai adulte i fiori cominciano a fare capolino, non senza un certo dispiacere dobbiamo procedere con la cimatura, rimuovendoli manualmente.
Perché è necessario questo passaggio? Semplice!
Rimuovere il fiore e le prime apicali consentirà ai nutrienti di concentrarsi nelle foglie rimanenti, che cresceranno sane e ricche di nicotina, oli e resine: adoperandole potremo cosi produrre ottimi sigari, ma c’è ancora molto da fare prima. Come per molte colture, anche per il tabacco ad agosto inizia la raccolta, giacché le piante sono al giusto grado di sviluppo. Occorrono grande esperienza e attenzione per individuare il momento perfetto per la raccolta: se le foglie non fossero abbastanza mature, infatti, conterrebbero troppa clorofilla e, di conseguenza, risulterebbero sgradevoli in fumata.
 
Se, all’opposto, fossero troppo mature o persino appassite si rivelerebbero povere di gusto e aromi.
Una volta raccolte al momento giusto, le foglie avranno bisogno di una nottata stese sui campi per appassire quel tanto che basta a garantire che non si danneggino durante il trasporto verso i capannoni, 
presso i quali avrà luogo la cura.
Nelle nostre strutture, le foglie trovano le stanghe in bambù pronte ad accoglierle: raggruppate in filze sono sistemate in un locale apposito per l’ingiallimento. In questa prima fase, di circa tre giorni, il tabacco perde molta acqua, con conseguente incremento di umidità, che possiamo regolare grazie alle prese d’aria presenti nella stanza.
 
Ora il tabacco è pronto per la cura a fuoco. Sotto le stanghe vengono accesi i fuochi, alimentati con ceppi di legno di quercia e rovere, e le foglie assumono un bel colore marrone (ammarronamento): a questo punto, la temperatura è ulteriormente incrementata per alcuni giorni, affinché abbia luogo l’essiccamento completo della lamina fogliare e della costolatura.
Al termine di questo processo, grazie al quale il Kentucky assume le sue caratteristiche proprie, ha luogo la cernita: le foglie sono controllate e selezionate secondo rigidi standard e suddivise in due gruppi che seguono due strade distinte, a seconda che siano destinate alla fascia o al ripieno dei sigari.
 
Le foglie di fascia sono scostolate a mano, ossia private della costa centrale, mentre le foglie da ripieno sono destinate alla fermentazione. Ricordate il famoso acquazzone del 1815? Oggi quella casuale fermentazione è riprodotta in modo controllato, bagnando abbondantemente il tabacco e sistemandolo in appositi cassoni per un tempo che varia a seconda delle esigenze, ma comunque per non meno di diciotto giorni, e rivolgendolo spesso.
Una volta fermentato, il tabacco destinato ai sigari fatti a mano long filler viene stoccato, mentre quello destinato ai sigari fatti a macchina è pronto per la battitura.
Questo processo meccanico consente di rimuovere le costole legnose e ottenere una pezzatura idonea.
Dopo tanti sforzi, e un adeguato tempo di riposo, il nostro tabacco è pronto a diventare sigaro, I Tornabuoni fatti a mano sono rollati adoperando frammenti di foglie lunghi quanto l’intero corpo del sigaro: le sigaraie selezionano le foglie in base al blend e le strippano prima di confezionare il sigaro.
Dopodiché avvolgono le foglie di ripieno con una fascia e applicano una colla food grade a uso alimentare.
 
 
Per quanto concerne i sigari fatti a macchina, invece, la sigaraia stende la fascia su un piano rotante e il macchinario provvede ad arrotolarla sul ripieno battuto: le nostre macchine funzionano alla vecchia maniera e non adoperano bobine predisposte all’estero.
Una volta rollati, i sigari sono sistemati su appositi telai in celle a temperatura e umidità strettamente controllate: avranno così modo di essiccarsi e subire ulteriori fermentazioni.
Al termine di questa fase, i sigari vengono lasciati stagionare per un tempo variabile a seconda dei prodotti: i sigari fatti a macchina riposano da quattro a nove mesi, mentre i fatti a mano da sei a dodici mesi.
Dopo questa paziente stagionatura, saranno controllati uno per uno, selezionati, eventualmente ammezzati o incellophanati e, finalmente, inscatolati.
Dopo tanto lavoro e molte cure, i Tornabuoni sono pronti per essere fumati!

Benvenuti

Nel Tornabuoni club

Accedi per navigare

Plugin WordPress Cookie di Real Cookie Banner